[Recensione Manga] Battle Royale, il brutale capolavoro di Takami e Tagushi

Battle Royale Copertina

Battle Royale è un manga in 15 volumi tratto dall’omonimo romanzo dello stesso autore, Koushun Takami. I disegni sono invece affidati al mangaka Masayuki Taguchi. L’opera è stata un vero è proprio fenomeno sia in Giappone che all’estero, al punto di influenzare altri prodotti, i quali hanno poi segnato a loro volta l’immaginario Pop attuale. Dal Romanzo è stato anche tratto nel 2000 un film, che vede Takeshi Kitano tra i protagonisti.

Scopriamo di più su questo seinen (manga destinato ad un pubblico adulto e maturo), e capiamo come anche senza conoscerlo direttamente potremmo esserne stati influenzati.

La Storia

Nell’immaginaria Repubblica della Grande Asia (di fatto, una versione distopica del Giappone), il Regime totalitario organizza Protagonisti Battle Royaleogni anno il cosiddetto “Programma”. Questo prevede che venga sorteggiata casualmentete una classe equivalente alla nostra terza media, la quale verrà rapita e portata in un luogo scelto dal Governo per iniziare questo gioco mortale.

I ragazzi di quella classe, infatti, dovranno uccidersi a vicenda finchè non rimarrà in vita un solo partecipante, che sarà il Vincitore. Ad ogni partecipante viene consegnata un’arma casuale e tutti si vedono costretti a partecipare poichè come deterrente vengono dotati di un collare esplosivo controllato dai membri del regime che supervisionano lo svolgimento del Programma.

In particolare, Battle Royale segue da vicino le vicende della classe 3-B dell’Istituto Shiro Iwa, che si troverà a combattere su un’isola deserta.

Cosa ci ha lasciato la lettura di Battle Royale

Il manga (così come anche il romanzo ed il film), si caratterizza per una violenza cruda e apparentemente spietata. I disegni di Taguchi non lasciano nulla all’immaginazione al punto da poter essere definiti in molti casi decisamente splatter nel rappresentare le diverse morti. Questo approccio molto crudo aiuta però, soprattutto in alcuni momenti, a creare quella tensione che catapulta il lettore nell’ansia che i ragazzi stanno provando man mano che la storia avanza.

Oltre ai disegni, il successo di Battle Royale è però soprattutto legato a doppio filo ai suoi personaggi. I ragazzi sono tutti categorizzabili in un preciso tipo umano (dal ribelle al sognatore, dal delinquente alla ragazza senza scrupoli), il che potrebbe far pensare ad una semplificazione eccessiva dei loro caratteri. Quasi tutti i personaggi hanno però una backstory che viene più o meno approfonditamente mostrata e analizzata. Ciò aiuta sicuramente ad empatizzare con alcuni dei ragazzi, ma anche a capire meglio cosa può nascondersi dietro a chi si comporta nei modi più spietati.

La caratterizzazione perciò è abbastanza forte e questo sicuramente aiuta l’opera a rimanere impressa. Tra i personaggi che ci hanno sicuramente colpito ci sono il teppista e ribelle anti-governativo Shinji Mimura, la femme fatale Mitsuko Soma (dotata probabilmente di uno dei passati più pesanti tra quelli mostrati) ed il sognatore Shuya Nanahara.

I ragazzi della 3-B sono quindi molto diversi fra loro e fin da subito si delineano perciò anche diversi approcci al Programma. Il lettore non riesce a farsi una sua opinione su come potrebbe essere giusto o sbagliato agire. Ogni approccio, infatti, ha comunque un fondo di credibilità e plausibilità.

Anche i numerosi colpi di scena sono comunque ben dosati e colpiscono sempre il bersaglio.

Dal punto di vista del significato, Battle Royale è prima di tutto una critica alla società giapponese. Secondo l’autore, infatti, si tratta di una metafora del mondo iper-competitivo in cui si trovano i ragazzi giapponesi fin da giovani, che rischia di “bruciarli”.

Da Hunger Games a Fortnite: l’influenza di Battle RoyaleLogo Battle Royale

Affrontiamo subito l’elefante nella stanza: Hunger Games è un plagio di Battle Royale? Inutile negare che le trame siano praticamente identiche, nonostante l’autrice di Hunger Games Suzanne Collins sostenga da sempre di non aver mai sentito parlare di Battle Royale prima di pubblicare il suo libro. Onestamente ci crediamo poco, ma da qui a parlare di plagio ce ne passa. Sicuramente i punti in comune sono moltissimi, ma almeno una differenza è veramente importante.

Tale differenza sta nel peso della politica nelle due storie. Se infatti in Hunger Games la parte politica e la vita di Panem fuori dall’Arena hanno un peso molto grande, al punto di diventare centrali nel proseguio della storia, in Battle Royale quello che succede fuori dall’isola in cui si sta svolgendo il Programma ha ben poco peso.

Questo ci fa capire che Hunger Games ha una storia a ben più ampio respiro di Battle Royale, che invece si caratterizza per una visione quasi più introspettiva sui diversi personaggi e sulle loro relazioni interpersonali. Da un lato si è posto l’accento sul desiderio di cambiare una società, mentre nell’altro comunque il fine ultimo è la sopravvivenza.

L’eco di Battle Royale è arrivato anche nel mondo dei videogiochi. Una delle modalità di gioco più in voga del momento (basti pensare a Fortnite) prende proprio il nome da quest’opera. Questo perchè ne riprende il concetto fondamentale: un gruppo di giocatori che si sfidano all’ultima vita fino a che soltanto uno non rimarrà nell’Arena da vincitore.

In conclusione, Battle Royale è un’opera che bisognerebbe leggere anche solo per le influenze che ha avuto, pur tenendo in conto che il suo stile e la sua crudezza potrebbero talvolta non essere adatti a tutti i palati.

Super consigliato!

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