[Recensione] Maus di Art Spiegelman, un fumetto per custodire la Memoria
Maus è un’opera dalla portata universale. Scritta ed illustrata da Art Spiegelman nel 1991, questa graphic novel ha saputo raccontare con la giusta crudezza l’orrore del nazismo diventando un caposaldo della letteratura sulla Shoah. In occasione della Giornata della Memoria, vogliamo parlarvi di questo libro, che trasmette ben di più di quanto ci si possa aspettare.
La Trama
Con Maus, Art Spiegelman ripercorre l’esperienza vissuta da suo padre Vladek, ebreo polacco, durante la Seconda Guerra Mondiale. Maus si compone di due parti, ben distinte e in origine pubblicate separatamente:
- “Mio padre sanguina Storia”, che approfondisce il progressivo peggioramento delle condizioni di vita degli ebrei in Polonia;
- “E qui sono cominciati i miei guai”, che invece mostra la vita dei deportati all’interno dei campi di concentramento
Perché Maus è un’opera storica, in tutti i sensi
Esistono cose che purtroppo non possono essere cancellate, e che proprio per questo non vanno dimenticate se non si vuole incorrere negli stessi errori. Per la Storia moderna, l’esempio tristemente lampante di tutto ciò è sicuramente l’Olocausto. Il dramma vissuto da milioni di ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale è a tutt’oggi una cicatrice indelebile. Anche per questo è fondamentale approfondire il tema attraverso le tante opere e testimonianze sul tema. Il ventaglio di media disponibili per farlo è ampissimo e sicuramente ognuno può trovare un’opera che lo sorprenda.
In questo senso, Maus è un fulgido esempio di come una graphic novel possa avere quantomeno la stessa forza di opere più “tradizionali”. A riprova della sua rilevanza letteraria, non possiamo non sottolineare come Maus sia anche stato il primo fumetto ad essere insignito del prestigioso Premio Pulitzer.
A livello di storia, Spiegelman alterna in modo molto equilibrato presente e passato creando un mix irresistibile. Tutto Maus infatti, è un continuo alternarsi di flashback sulla vicenda principale e scene quotidiane che evidenziano due altri elementi fondamentali di questa graphic novel: il peso, per l’autore, della responsabilità di scrivere un libro su un tema così delicato ed il difficile rapporto con il padre.
Sotto tutti e tre questi punti di vista, Maus colpisce nel segno, regalandoci una storia tanto intima quanto universale. La vicenda principale infatti è estremamente legata alla famiglia di Spiegelman ed alle sue vicissitudini nel periodo della guerra, ma allo stesso tempo ci fa capire come la sofferenza fosse comune a tutte le altre famiglie. Allo stesso modo, anche la rappresentazione del rapporto dell’autore col padre che sta invecchiando ci pone di fronte a piccole situazioni di inevitabile scontro generazionale che tutti, prima o poi, ci troviamo ad affrontare con i nostri genitori.
Dal punto di vista grafico, Maus ha un tratto di disegno tipico del fumetto underground americano. I disegni sono molto evocativi, così come anche la scelta di rendere i protagonisti degli animali antropomorfi. Un po’ come nella Fattoria degli Animali di Orwell, in Maus ogni nazionalità o religione corrisponde ad una razza animale: gli ebrei rappresentati come topi, i tedeschi come gatti, i polacchi come maiali, fino agli americani come cani.
In ogni caso, le tavole di Spiegelman riescono sempre a rendere con la giusta crudezza, ma senza scendere nel pietismo, gli orrori della Seconda Guerra Mondiale.
Anche per questo motivo, secondo noi Maus è da annoverare a pieno titolo tra le opere migliori sul tema dell’Olocausto. Restando nell’ambito dei fumetti, crediamo che sia interessante conoscere anche il manga I Tre Adolf di Osamu Tezuka, che racconta una storia altrettanto forte ambientata però in Giappone. Come già avevamo detto nella nostra recensione de I Tre Adolf, riteniamo che opere come queste reggano benissimo il confronto con altre opere narrative più conosciute.
Addirittura, potrebbero essere ottime per rendere l’approfondimento di questi temi più accessibile alle generazioni più giovani. Facendo uno strappo alla regola, su questo punto vorrei raccontare un piccolo aneddoto sulla mia esperienza con Maus. Questo fumetto mi è stato regalato nel 2002, da due cari amici di famiglia. A quei tempi ero solo un tredicenne ghiotto di libri e fumetti ,e questo regalo rappresentò per me una vera svolta. Infatti, è anche grazie a Maus se ho scoperto il modo del fumetto “adulto”. Devo ammettere che è stato dei primi passi verso la consapevolezza che quello che amavo non era (come molti purtroppo dicevano) “solo roba per bambini”. Anzi.
In conclusione, Maus è una graphic novel assolutamente imprescindibile, a prescindere dal tema che potrebbe erroneamente scoraggiare.
Consigliatissimo!