[Recensione] Happy City, di chi sarà la città più felice?
Happy City (2021)
Toshiki e Airu Sato
Ghenos Games
2-5 giocatori, Età 10+
30' minuti
Collezione set, Draft
Avete mai pensato di avere la stoffa per gestire una città, ma non volete scendere in politica? Con Happy City, potrete provare l’ebbrezza di realizzare il vostro sogno in poco più di 30 minuti! Con questo articolo, continuiamo la nostra carrellata di giochi filler adatti sia a neofiti che a giocatori più esperti, che possano regalare degli spensierati ma non banali momenti al tavolo.
Happy City è un gioco ideato da Toshiki e Airu Sato per Cocktail Games, localizzato in italiano da Ghenos Games (celebre per bestseller come Kingdomino e Pozioni Esplosive, entrambi Gioco dell’Anno al Lucca Comics & Games). Il titolo si propone come un colorato e rapido gioco di set collection tramite draft di carte per 2-5 giocatori, che si sfideranno per creare la città più felice.
Il regolamento in breve
Nela compatta scatola di Happy City troveremo semplicemente un cospicuo numero di carte raffiguranti diverse tipologie di Edificio, e un bel mucchio di Monete, il che aiuterà sicuramente ad avere un setup piuttosto veloce. Per preparare la partita, basterà infatti creare una riserva di monete, suddividere gli edifici in 3 aree (una centrale formata da 3 pile separate secondo il colore del dorso delle carte, una in cui porremo scoperte le tre tipologie di carte Abitazioni ed una per gli Edifici Speciali) e dare ad ogni giocatore una carta Happy Market, che sarà il nostro Edificio di partenza.
Ogni carta che troviamo in Happy City rappresenta un Edificio che potremo acquistare pagandone il costo indicato in alto a sinistra (oppure, per gli Edifici Speciali, quando avremo nella nostra città degli edifici di specifici colori). Gli Edifici, una volta acquistati, potranno darci una rendita (che potremo riscuotere simultaneamente all’inizio di ogni round) e/o dei cuori o degli abitanti, che saranno utili a fine partita per calcolare il nostro punteggio finale.
Il flusso di gioco di Happy City è piuttosto lineare. La partita si articola in una serie di round che prevedono le seguenti fasi:
- Fase Entrate: questa fase viene giocata da tutti i giocatori contemporaneamente, e prevede che ogni giocatore riceva tutte le eventuali rendite previste dai propri edifici;
- Fase Azioni: questa fase si svolge invece a turni in senso orario. Al proprio turno, ogni giocatore svolgerà diverse azioni, in ordine prestabilito, ovvero:
- Potrà, se desidera, scartare una delle Carte Edificio visibili nell’area centrale,
- Dovrà pescare un nuova Carta Edificio da uno dei 3 mazzi coperti, in modo che ci siano sempre 3 carte visibili nell’area centrale,
- Dovrà acquistare una delle 3 carte visibili nell’area centrale, oppure una Carta Abitazione, oppure rinunciare ad acquistare per guadagnare invece 1 Moneta,
- Può prendere uno degli Edifici Speciali disponibili, qualora ne abbia soddisfatto le condizioni (se ne potrà avere solo uno nella propria città).
Quando un giocatore posiziona il 10° Edificio (compreso quello iniziale) nella propria città, il round prosegue fino all’ultimo giocatore e la partita terminerà. Nella fase di calcolo del punteggio, i giocatori dovranno semplicemente moltiplicare il numero di abitanti presenti in città per il numero di cuori: chi avrà più punti, sarà il vincitore!
Cosa ne pensiamo
Happy City è un gioco che il suo sottotitolo in inglese rappresenta al meglio: “A delightful building game”, ovvero “Un delizioso gioco di costruzione”. Delizioso, Happy City, lo è di sicuro anche grazie alle illustrazioni di Makoto Takami. Le carte sono tutte molto colorate ed ogni edificio è disegnato in uno stile decisamente cartoonesco che aiuta a rendere più giocosa l’ambientazione (un po’ come avveniva con Machi Koro). Questo stile grafico riesce anche a creare una sorta di meta-gioco, poiché gli Edifici (in particolare quelli Speciali) pullulano di easter egg che strizzano l’occhio ai giocatori più nerd, che troveranno una marea di citazioni e richiami alla cultura pop.
Il gioco riesce a posizionarsi in quella fascia in cui potrebbe essere un ottimo regalo per dei giocatori che hanno magari figli in procinto di alzare un filo l’asticella di difficoltà dei titoli giocati, ma anche una buona alternativa per gamer più navigati (il regolamento include infatti anche una Modalità per Esperti che varia leggermente il gioco senza assolutamente snaturarlo).
Happy City riesce a mantenere anche una durata consona a quanto offerto grazie al limite di 10 Edifici, ma questo non preclude che, con giocatori tendenti alla paralisi d’analisi, le partite possano protrarsi un po’ più del dovuto in alcuni casi. Happy City ha un ulteriore difetto-non-difetto secondo la nostra opinione: pur essendo un gioco assolutamente valido e piacevole, alla lunga potrebbe risultare semplicemente “piatto”, essendo molto lineare e non presentando particolari guizzi o twist nel flusso di gioco. Anche l’interazione non è particolarmente presente, limitandosi in pratica al solo cercare di “soffiare” agli avversari che giocheranno dopo di noi le carte che potrebbero essere loro utili (strategia comunque controproducente, poiché i turni sono talmente pochi da rendere fondamentale concentrarsi sul proprio orticello piuttosto che mettere i bastoni tra le ruote agli altri accollandosi carte non a noi ottimali).
In definitiva, Happy City ci è piaciuto e lo giochiamo sempre volentieri, in cerca di un titolo leggero e spensierato con cui coinvolgere magari anche i più giovani, nonostante i suoi potenziali limiti ne potrebbero influenzare la longevità.
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Cosa ci è piaciuto?
- Sistema di calcolo dei punti estremamente semplice e lineare
- Scatola compatta e super-portabile
Cosa non ci è piaciuto?
- Alcuni poteri degli Edifici Speciali sembrano sproporzionati rispetto ad altri