[Recensione] Joker: Folie à deux – E alla fine non rimase nessuno
Joker: Folie à Deux (2024)
2 ore e 18 minuti
Cinecomic, Musical
Todd Phillips
Joaquin Phoenix, Lady Gaga
Che Joker: Folie à Deux sarebbe stato divisivo si era capito fin dalle ore successive al suo annuncio. Un po’ perché il regista Todd Phillips, all’uscita del primo film si era affrettato a dire che il film fosse stato pensato come uno stand-alone, un po’ perché solitamente progetti così “alternativi” rispetto ai grandi universi cinematografici non riescono a disporre di più di una pellicola, un po’ e soprattutto perché questo secondo film è stato annunciato come musical. Apriti cielo, le orde di fan sono insorte scatenando una vera e propria campagna atta a screditarlo. Alla luce di tutto ciò, il flop ai botteghini di cui stiamo continuando a leggere notizie era quasi una scontata certezza. Ma in fin dei conti, siamo di fronte ad un brutto film? Cerchiamo di scoprirlo insieme.
La trama in breve
Dopo i fatti del primo film, Arthur Fleck (Joaquin Phoenix) si trova rinchiuso nel manicomio di Arkham in attesa di affrontare un processo che per il pubblico si preannuncia particolarmente importante, dato che ormai Joker è diventato un simbolo anti-sistema. In realtà, però, Arthur è sempre più solo nella sua follia, finché l’incontro con un’altra ospite di Arkham (Lee Quinzel, interpretata da Lady Gaga) non sfocerà in una contorta storia d’amore che cambierà le prospettive di Arthur.
Cosa ne pensiamo
Nel 2019, sin dalle prime presentazioni festivaliere Joker si trasformò in un successo assoluto, capace di imporre un cinecomic (almeno sulla carta) anche nei salotti più patinati, arrivando persino a vincere il Leone d’oro al Festival di Venezia, oltre che numerosi altri premi tra cui un meritatissimo Oscar come Migliore Attore protagonista per Joaquin Phoenix, ed incassare centinaia di milioni dollari.
In quell’occasione, Todd Phillips e Joaquin Phoenix tesero a tutti uno scherzetto degno del miglior Joker, e questo influì molto positivamente sugli incassi: frotte di spettatori si recarono in sala convinti di vedere una pellicola che avrebbe gettato le basi per una nuova iterazione del villain più celebre dell’universo di Batman, e invece si ritrovarono davanti alla storia di un uomo solo, che la vita ha bastonato per anni e che alla fine era quasi assurto ad icona quando la sua follia era esplosa violentemente.
Con Joker: Folie à Deux, il team creativo ci “frega” ancora una volta. Infatti, in questo sequel non ci si staglia davanti agli occhi (come forse sarebbe stato lecito aspettarsi una grande e folle impresa di un ormai conclamato villain, ma piuttosto la narrazione del viaggio di Arthur Fleck che lotta per riappropriarsi di sé stesso ed affrancarsi da un ruolo che in fondo non ha mai voluto vestire, quello del simbolo. Nella pellicola, questo si traduce in una sempre crescente disaffezione del pubblico esterno nei confronti di Arthur, nel momento in cui lui non rappresenta più quella scintilla che aveva dato il via ad un folle movimento anti-sistema. Il protagonista si ritrova quindi sempre più solo ed abbandonato alla sua follia, in un mondo angosciante da cui può scappare solo rifugiandosi nella sua fantasia. Proprio questa fantasia sarà il teatro dei momenti più discussi del film, ovvero i numeri musicali. Il tema della disaffezione verso la fu icona si traduce anche nel meta-cinema in quello che stiamo vedendo ai botteghini: una volta che il Joker non è più il fulcro della storia, gli spettatori lo stanno di fatto ripudiando.
Ed ora eccoci qui, ad affrontare l’elefante nella stanza. In Joker: Folie à Deux, la parte di musical è così preponderante ed invadente da dover influenzare il giudizio sul film? Nel senso stretto del termine, ci troviamo effettivamente davanti ad un musical, anche se va comunque detto che le canzoni non sono numerosissime e scandiscono più che altro le fughe di Arthur nella propria fantasia, una sorta di porto sicuro cui ritornare nel momento in cui la sua salute mentale è messa più a dura prova. Secondo noi, purtroppo il fatto che il film sia stato giustamente pubblicizzato come musical è stato più controproducente che altro, con i pregiudizi dei fan verso questo genere che hanno inevitabilmente pesato sugli incassi; in realtà questi momenti musicali non appesantiscono particolarmente la visione (anche se comunque potrebbero fare storcere il naso a molti) e si innestano perfettamente nella colonna sonora creata ancora una volta da Hildur Gudnadottir, che per il primo film aveva anche ricevuto un Oscar. Per quanto ci riguarda, il genere scelto è il minore dei problemi di questo Joker.
Altra novità e altra nota dolente di questo sequel è la presenza di una co-protagonista di peso: il personaggio di Lee Quinzel (interpretato da Lady Gaga) rappresenta al meglio le persone che spesso si avvicinano agli altri nel loro periodo di fulgido splendore per poi voltare le spalle nei momenti di maggior fragilità, un ‘incarnazione della parte tossica e utilitarista dell’amore. Purtroppo, il personaggio non è comunque particolarmente incisivo e risulta essere un po’ un’occasione sprecata. Nulla da dire sull’interpretazione di Lady Gaga, sebbene lontana dai livelli di A Star is Born. Al contrario, Joaquin Phoenix si riconferma come interprete fantastico, la cui immedesimazione nel povero Arthur è nuovamente da pelle d’oca, anche se per forza di cose meno spiazzante rispetto al primo film.
Alla luce di quanto detto, possiamo dire che Joker: Folie à deux è un film che presenta tutti gli elementi che potenzialmente potrebbero farne un buon se non ottimo film (trama con un’idea di fondo più che interessante, attore in stato di grazia, fotografia e colonna sonora di livello), ma che per diversi motivi non riesce a raggiungere pienamente i suoi obiettivi. La pellicola risulta difatti un po’ slegata e pertanto questo sequel ci è apparso un po’ svogliato e quasi “obbligato” dal fardello degli incassi sorprendenti del primo film. Quest’ultimo elemento è testimoniato anche dal fatto che Todd Phillips che Joaquin Phoenix fossero inizialmente riluttanti: la storia di Arthur Fleck si poteva dire sostanzialmente conclusa al termine del primo film, ma va comunque riconosciuto a Joker: Folie à deux il merito di non avere completamente snaturato il primo film (come potrebbe almeno inizialmente sembrare), andando piuttosto a chiudere un cerchio con l’uomo normale che ritorna alla sua vita dopo i suoi 15 minuti di assoluta celebrità e rilevanza.
In definitiva, non possiamo nascondere che Joker: Folie a deux ci abbia un po’ deluso e che probabilmente non ne consiglieremmo la visione se non per completezza, ma onestamente non ce la sentiamo di bollarlo come il disastro assoluto che molti stanno dipingendo. Si tratta sicuramento di un film con molti difetti, ma anche con spunti molto interessanti, che forse paga più di quanto dovrebbe il maggior motivo di successo del primo film, ovvero il flebile legame con l’Universo DC, che inevitabilmente crea una mole di aspettative incredibile.
Cosa ci è piaciuto?
- Altra grandissima interpretazione di Joaquin Phoenix, che trasmette tutto il disagio di Arthur
Cosa non ci è piaciuto?
- Il personaggio di Lady Gaga non riesce a far breccia
- Il film paga aspettative inevitabili dovute al legame con DC. Non ci toglieremo il pensiero che se si fosse intitolato "Un Clown di nome Arthur" sarebbe stato accolto molto più positivamente