Siamo stati alla mostra The Art of The Brick: le nostre impressioni!

Qualche tempo fa, abbiamo riportato (esattamente qui) la notizia dell’imminente apertura a Milano della mostra The Art of The Brick, che raccoglie al suo interno diverse opere dell’americano Nathan Sawaya, artista celebre in tutto il mondo per le sue creazioni fatte interamente con mattoncini LEGO.

Sfruttando i pochi giorni liberi concessi dal periodo natalizio, anche noi di GattoLudico.it siamo finalmente riusciti a visitare l’esposizione allestita presso la Fabbrica del Vapore e che rimarrà aperta ancora fino a fine gennaio 2017 e vogliamo condividere con voi le nostre impressioni su di essa, che secondo noi riesce perfettamente ad unire arte e gioco in un percorso che soddisferà sicuramente sia grandi che piccini.

LA LOCATION E L’INIZIO DELLA MOSTRA

Anche se The Art of The Brick occupa meno spazio di altre mostre (“solo” 1600 metri quadri di esposizione), la Fabbrica del Vapore si dimostra ancora una volta un’ottima location e luogo quasi perfetto per l’arte contemporanea a Milano.

La prima parte della mostra è interamente dedicata all’introduzione dell’arte concepita da Sawaya: in un breve filmato, l’artista racconta la sua trasformazione da appassionato di LEGO ad avvocato fino alla decisione di intraprendere la carriera artistica attraverso quella che era comunque rimasta la sua più grande passione.

Le opere di questa prima sala rispecchiano soprattutto il tema della creatività e della possibilità di creare opere anche complesse a partire da un semplice mattoncino.

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A SPASSO NELL’ARTE

Nella seconda sala, il lavoro di Sawaya mostra il suo lato più “didattico”, insieme ad uno dei suoi maggiori obiettivi: avvicinare, attraverso uno strumento amato da tutti come i LEGO, anche i più giovani alla storia dell’arte.

Questo obiettivo è ancora più importante e al tempo stesso difficile da raggiungere alla luce della società odierna, dove bambini e ragazzi entrano in contatto con la cultura (soprattutto arte, musica, teatro) in pochissime occasioni, preferendo di gran lunga le esperienze offerte dagli smartphone e dai social.

In questa sezione della mostra, l’artista propone delle trasposizioni in mattoncini di alcune delle più grandi opere dell’arte mondiale: si va dal Bacio di Klimt all’Urlo di Munch, passando per il David di Donatello e la Notte Stellata di Van Gogh. Non mancano neppure le opere di carattere monumentale, come la Sfinge ed il Partenone, che ci accompagnano fino all’ultima parte di questo excursus artistico in miniatura, dedicata ai ritratti di alcuni personaggi che hanno fatto la storia.

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ESPLORANDO L’ANIMO UMANO

Le successive due sale contengono invece diverse opere che rappresentano la condizione umana e le emozioni. Si tratta del gruppo di opere forse più cupo di tutta l’esposizione, con alcune creazioni che rappresentano ad esempio il portare una maschera nella vita, oppure l’ansia e la disperazione, ma anche emozioni positive come l’amore, quasi tutte caratterizzate da un netto contrasto tra colori sgargianti ed altri molto scuri.

Anche in questo caso, comunque, The Art of The Brick inserisce alcune opere che si distinguono per la loro colorazione accesa: è il caso. tra gli altri, dei diversi simboli di pace e delle diverse “mentalità” umane.

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IN PIECES, OVVERO QUANDO I LEGO PRENDONO VITA

L’ultima sala della mostra The Art of The Brick è dedicata interamente ad un progetto parallelo di Sawaya in collaborazione con il celebre fotografo Dean West: In Pieces.

I due uniscono le loro arti e forze al fine di creare dei quadri fotografici all’interno dei quali le sculture in LEGO diventano degli elementi di tutti i giorni ed interagiscono con i soggetti umani e naturali: tra le numerose opere esposte con le relative fotografie artistiche un ombrello, delle nuvole o delle semplici rotaie ed un fantastico abito da sera fluttuante.

In conclusione, Milano colpisce ancora con una mostra veramente interessante e “diversa”, capace di coinvolgere un pubblico ampissimo e di farsi portatrice del messaggio che l’arte si può trovare anche nelle piccole cose e che basta a volte un poco di immaginazione per creare qualcosa di veramente unico. Non a caso ci si trova di fronte ad una mostra che ha letteralmente girato il mondo (fra le altre, ha fatto tappa a New York, Londra e Hong Kong) e che si è meritata un posto tra le 10 esposizioni mondiali da visitare assolutamente secondo la CNN.

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Andrea Pintore
Andrea Pintore
Classe 1989, sono un Nerd ormai un po' datato ma ancora appassionato e curioso di scoprire nuove storie, nuovi film, nuovi mondi da esplorare. Mi piace condividere le mie sensazioni ed opinioni, che spero possano essere utili per gli altri appassionati. Il mio motto è: Meeple have the power!