Smetto Quando Voglio – Masterclass: la Banda è più in forma che mai! [Recensione]
Nel 2014, Smetto Quando Voglio aveva rappresentato una vera e propria boccata di aria fresca nel panorama dei film d’azione italiani grazie ad un perfetto mix di sceneggiatura al fulmicotone, cast azzeccattissimo ed amara ma giusta ironia su un fenomeno che purtroppo sta segnando gli ultimi anni ed una generazione intera: la mancanza di lavoro per i giovani laureati. Oggi, a tre anni di distanza dalla prima pellicola, il regista Sydney Sibilia è chiamato ad una conferma di quanto di buono portato in scena con Smetto Quando Voglio 2 – Masterclass, che vede la Banda dei Ricercatori di nuovo riunita e alla riscossa!
LA TRAMA
Con il leader Pietro Zinni (Edoardo Leo) in carcere e tutta la Banda sotto processo a causa degli eventi del primo film, per i ricercatori diventati produttori e spacciatori di smart drugs sembra prospettarsi, alla meglio, un ritorno alla vecchia vita di delusioni lavorative.
Ma non tutto sembra perduto quando l’Ispettore Paola Coletti (Greta Scarano) si presenta da Zinni con una proposta difficile da rifiutare: ricomporre il gruppo per aiutare le Autorità a scoprire ed impedire la diffusione di 30 nuove smart drugs, in cambio della libertà e della fedina penale pulita per tutti i membri del team.
LA NOSTRA OPINIONE
Si sa, confermarsi dopo un grande exploit è sempre la parte più difficile, soprattutto perchè tutti gli occhi sono rivolti su di te e le aspettative rischiano di farti sciogliere come neve al sole. Ecco, in questo senso Sydney Sibilia ed il suo team sono stati “glaciali” e con Smetto Quando Voglio 2 – Masterclass non solo si sono riconfermati sugli alti livelli del primo film ma sono riusciti al tempo stesso a creare uno stile (di linguaggio, di fotografia, di ritmo) che ormai rende questa serie facilmente riconoscibile al pubblico ed anche ad aggiungere qualche bel tocco in più per andare a preparare il terreno per quello che si preannuncia essere un vero e proprio gran finale (Smetto Quando Voglio 3 – Ad Honorem non ha ancora una data di uscita ufficiale, ma si vocifera che possa arrivare in sala a cavallo tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018).
Nella loro relativa semplicità, trama e sceneggiatura riescono comunque a garantire una buona dose di spunti e colpi di scena, oltre che grandi risate ogni qualvolta che i componenti della Banda si ritrovano in situazioni ai limiti dell’assurdo (ad esempio, il momento in cui i nostri percorrono il viale dell’EUR in n0tturna a bordo di mezzi di trasporto a dir poco politically scorrect rimarrà nella mente per molto, molto tempo).
Proprio i componenti del cast sono a nostro parere la vera ragione del successo di critica e di pubblico: lontani anni luce dagli stereotipi dei divi da film action d’oltreoceano, tutti membri della Banda rappresentano in fondo un elogio dell’uomo comune e potrebbero essere tranquillamente nostri vicini di casa, colleghi di Università o addirittura noi stessi in una sorta di effetto sliding doors, e questo crea inevitabilmente una grande empatia con gli spettatori. Mattatori assoluti si confermano ancora Edoardo Leo e Stefano Fresi nei panni rispettivamente di Pietro ed Alberto (quest’ultimo chimico computazionale forse un pò troppo incline alla “sperimentazione” delle sostanze analizzate), ben coadiuvati dagli altri soci in affari, ciascuno dei quali riesce a ritagliarsi il suo momento di gloria nel corso delle due ore di film, che scorrono senza un attimo di pausa.
Infine, un grandissimo applauso a Sibilia per essere riuscito a non adagiarsi su una formula di successo per creare un sequel senz’anima, ma aver saputo trasformarla andando ad inserire nuovi elementi all’interno di un cast già perfettamente affiatato: oltre alla bella e brava Scarano nei panni dell’Ispettore Coletti, anche le new entry nella Banda (a tal proposito molto belle le scene in cui l’Ispettore e Zinni si imbarcano in un breve viaggio intorno al mondo per recuperare i diversi “cervelli in fuga”) si inseriscono molto bene ampliando il ventaglio di abilità a disposizione dei Ricercatori con muscoli (l’anatomista trasformato in street fighter), armi (apprezzabile la scena in cui, citando un pò l’Agente Q tipico della saga di 007, il personaggio interpretato da Giampaolo Morelli presenta agli altri un vero e proprio arsenale di tesi ingegneristiche) e parlantina legale.
Giudizio sospeso invece per il Walter Mercurio di Luigi Lo Cascio, che si preannuncia come villain principale della pellicola conclusiva ma che in questo Masterclass viene solo abbozzato. Però, anche vedendo il risultato ottenuto da questo secondo film, siamo sicuri che la Banda abbia in serbo davvero un finale con il botto: insomma non ci resta che aspettare con trepidazione!