[Recensione] Bananagrams, quanto siete ghiotti di parole?

Bananagrams è un “vecchio” nuovo gioco per 1-8 giocatori. La versione originale di questo gioco da tavolo risale infatti al 2006, mentre l’esordio sul mercato italiano è avvenuto solo nel 2019 grazie a DV Giochi.

Sin dal packaging, ovvero un semplice astuccio con cerniera a forma appunto di banana, il prodotto punta ad attirare l’attenzione di grandi e piccini. Se poi aggiungiamo che la componentistica è tutta racchiusa in 144 tessere “alla Scarabeo” riportanti una lettera ciascuna, allora capirete che l’attenzione intorno al tavolo (anche da parte di giocatori inesperti o meno interessati al mondo dei boardgames) sarà comunque garantita, se non altro per curiosità o “effetto nostalgia”.

Giocare a Bananagrams, le (poche) regole in breve

Il gioco ha un regolamento veramente semplice e che non ha bisogno di grandi esempi per essere compreso da tutti i tipi di giocatore (il 7-99 riportato sulla confezione è decisamente emblematico).

L’obiettivo di ogni giocatore è di terminare le proprie tessere disponendole in una griglia di parole incrociate. Il numero di tessere per ciascuno ad inizio partita varia in base al numero di giocatori al tavolo. in possesso dei giocatori ad inizio partita varia. L’unico vincolo sulla griglia riguarda la leggibilità delle parole: da sinistra a destra oppure dall’alto in basso (esattamente come nel buon vecchio Scarabeo).

Al centro del tavolo viene creata una riserva comune con tutte le tessere rimanenti, posizionate coperte. Proprio l’interazione con questo mucchio centrale sarà poi il fulcro della partita. Ogni giocatore, infatti, si ritroverà a fare i conti con due azioni durante tutto il corso della partita. In particolare:

  • Ogni volta che un giocatore finisce le proprie tessere, dice ad alta voce “Lettera“. A questo punto sia lui, che tutti gli altri dovranno pescare una nuova tessera dal Mucchio.
  • Ogni volta che lo riterrà necessario, un giocatori può anche annunciare ad alta voce “Scambio“.
    Così facendo, lui avrà la possibilità di scartare coperta nel mucchio una delle tessere in suo possesso, pescandone in cambio tre.

La partita prosegue in questo modo finché nella riserva il numero di tessere disponibili non sarà inferiore a quello dei giocatori. A questo punto, il primo che terminerà il piazzamento delle proprie tessere dirà “Banana“. In questo modo la partita terminerà immediatamente e lui verrà nominato vincitore.

Che cosa ci ha lasciato Bananagrams

Banangrams ha dalla sua parte sicuraente la velocità delle partite ed il divertimento legato alla “corsa contro gli altri”. Alla lunga, però, temiamo che potrebbe presentare alcuni problemi. In particolare, due punti deboli del gioco sarebbero:

  • Scarsa interazione. Si tratta di fatto di un solitario di gruppo e l’unico barlume di interazione è il fatto di dover pescare una nuova tessera insieme a tutti gli altri.
  • Ripetitività. Con un gioco come questo, è molto probabile fare 2/3 partite di fila, in fondo è il bello dei party game. Nel lungo periodo però la mancanza di grossi elementi di diversità (nonostante comunque sia da apprezzare che il regolamento presenti alcune varianti da applicare dopo le prime partite) potrebbe rivelarsi il vero tallone d’Achille di questo gioco.

Secondo noi, comunque, si tratta di difetti su cui in questo caso è possibile sorvolare. Lo diciamo senza remore considerando il tipo di gioco (un party game iper-leggero), il suo target (praticamente chiunque) e, perché no, anche il suo prezzo.

In buona sostanza ci troviamo di fronte ad un buon filler da proporre a giocatori alle prime armi oppure ancora fermi al vecchio Scarabeo, la cui idea è qui riproposta in maniera veloce ed essenziale. Non da sottovalutare anche la componente portabilità, nella quale Banananagrams sicuramente spicca e dà il meglio di sé  (l’astuccio in tela urla zaino e spiaggia da tutti i pori).

In conclusione, il gioco è comunque consigliato perché davvero la sua velocità e la capacità di unire potenzialmente al tavolo generazioni diverse riescono a mettere in secondo piano i difetti di cui abbiamo parlato poco sopra!

Se invece cercate altri giochi sempre basati su lettere e parole, vi consigliamo sicuramente anche Paperback (sempre una declinazione dello Scarabeo, ma con un’interessante meccanica di deck-building).

 

Andrea Pintore
Andrea Pintore
Classe 1989, sono un Nerd ormai un po' datato ma ancora appassionato e curioso di scoprire nuove storie, nuovi film, nuovi mondi da esplorare. Mi piace condividere le mie sensazioni ed opinioni, che spero possano essere utili per gli altri appassionati. Il mio motto è: Meeple have the power!