[Recensione] Klaus, i Segreti del Natale: la magia natalizia di Netflix

Con l’avvicinarsi del Natale, è sempre bello guardare un film in compagnia degli affetti più stretti. Nel mare di commedie frivole e classici riproposti all’infinito (come Una poltrona per due o Mamma ho perso l’aereo), trovare una novità degna di nota può sembrare un’ìimpresa. Ma sì sa, l’impegno paga sempre e questa “fatica” può tradursi in una piacevole sorpresa.
Oggi vi vogliamo parlare di Klaus – I Segreti del Natale, pellicola animata del 2019 distribuita da Netflix e che ha saputo salire alla ribalta fino a raggiungere una meritata candidatura agli Oscar come miglior film di animazione.
La Trama
Il presuntuoso e viziato Jesper frequenta svogliatamente l’Accademia delle Poste. In un ultimo tentativo di fare maturare il ragazzo, il padre dirigente postale decide di mandarlo a fare il postino nella grigia, inospitale e priva di Ufficio Postale isola di Smeerensburg, nel Circolo Polare Artico. Qui, il giovane dovrà riuscire a consegnare 6.000 lettere in un anno, altrimenti la sua famiglia è pronta a privarlo di tutte le comodità di cui ha sempre goduto.
Un giorno Jesper si imbatterà in Klaus, misterioso e solitario falegname dal fisico imponente e con la casa piena di giocattoli da lui fabbricati ed abbandonati.
Intravedendo uno spiraglio per il raggiungimento del suo obiettivo, Jesper spargerà la voce che Klaus invii un giocattolo a chiunque gli scriva una lettera. Nascerà così l’incredibile leggenda che ancora oggi allieta i bambini di tutto il mondo?
Klaus e il suo nuovo approccio
Dal punto di vista narrativo, questo film è una classica storia di redenzione, ma ha il pregio di mettere in scena questo processo in un modo che appassiona lo spettatore grande e piccino. I due protagonisti si ammorbidiscono nel corso del film partendo comunque da due posizioni diverse seppur entrambe “negative”: da un lato Jesper che inizialmente agisce solo per tornaconto personale, dall’altro Klaus che è invece solo estremamente burbero e duro da scalfire. Non ci vorrà molto per capire che entrambi nascondono un animo ben più buono e profondo.
Abbiamo poi la maestra/pescivendola per necessità Alva, il cui percorso è un bellissimo esempio di quanto la motivazione sia fondamentale per la realizzazione personale. Infine, troviamo anche la faida tra le due grandi famiglie di Smeerensburg: i Krum e gli Ellingboe. Grazie a loro scopriremo che spesso i muri che ci dividono e che sembrano invalicabili sono solo mere convinzioni che la purezza dei bambini è in grado di demolire come se nulla fosse (anche se la resistenza dei “grandi vecchi” sarà strenua).
Questi percorsi di miglioramento corrispondono anche ad un’evoluzione della messa in scena. Se all’inizio Smeerensburg era una città fredda, caratterizzata da un freddo azzurro e dal buio, con il passare dei minuti si insinuano dei timidi raggi di sole e sempre più colori, che ci aiutano a percepire ancora di più una sorta di lumonisità acquisita dai protagonisti. Per ciò che riguarda gli scontri tra le famiglie della città, una scena in particolare ci ha fatto sorridere: quella in cui i due capifamiglia illustrano ciascuno al proprio figlio i momenti salienti della faida con l’altra famiglia (tra improbabili risse e battaglie).
Anche dal punto di vista tecnico Klaus – I Segreti del Natale è innovativo, e ciò è dovuto a diversi fattori. Diretto dallo spagnolo Sergio Pablos (autore di Cattivissimo me e membro del cast di animazione di uno dei Classici Disney più sottovalutati di sempre, Il Pianeta del Tesoro), Klaus si caratterizza per uno stile di animazione insieme classico e moderno.
Infatti, nonostante il film sia in animazione 2D, grazie ad alcuni accorgimenti tecnici particolari e tipici invece dell’animazione 3D Klaus restituisce un effetto memorabile. Sembra quasi di essere davanti ad una versione “evoluta” dell’animazione tradizionale. In particolare, l’elemento fondamentale che rende Klaus unico è l’utilizzo della luce, applicata con tecniche normalmente utilizzata in film in computer grafica. Inoltre, un altra intuizione che contribuisce all’effetto 3D è l’utilizzo di texture. Su alcuni punti (in particolare su alcuni tessuti) sono state infatti applicate texture al fine di rendere più realistica una colorazione altrimenti piatta.
Infine, il team creativo ha anche fatto un ultima cosa per accrescere questa illusione: ha effettivamente inserito degli oggetti 3D in CGI. In particolare, questo escamotage è stato applicato su oggetti inanimati come ad esempio la carrozza di Klaus oppure pezzi di arredamento. Questa scelta è stata giustificata dal regista in un breve speciale di Insider come segue: “Alcuni elementi, quelli organici, hanno una resa migliore se disegnati a mano in 2D. Altri elementi, però non sono naturalmente fatti per sembrare organici, pertanto era meglio crearli come modelli 3D ed inserirli nella scena”.
La nostra conclusione su Klaus – I segreti del Natale
Klaus – I Segreti del Natale è una piccola perla, come detto, sia dal punto di vista della storia che da quello tecnico. La produzione di Klaus – I segreti del Natale è durata ben 2 anni e visto il lavoro di ben 40 animatori. Nonostante ciò, non va dimenticato, si tratta comunque di un progetto “piccolo” rispetto ai grandi blockbuster Disney Pixar o Dreamworks. Tuttavia, questa pellicola, ha saputo giocarsi alla pari la stagione dei premi 2019. A dirla tutta, peraltro, nonostante l’Oscar sia poi andato a Toy Story 4, per noi il vincitore morale è proprio Klaus.
Questo, ovviamente, non solo perchè il film è una gioia per gli occhi. É vero che un così fluido e indistinguibile mix tra animazione 2D e 3D non si era praticamente mai visto, ma c’è molto di più.
Anche la scelta di approcciarsi alla leggenda di Babbo Natale in questo modo è stata secondo noi vincente. Ci troviamo di fronte ad un approccio più disilluso e meno “magico”, che ben si sposa con i tempi odierni. In questo modo, si va a svecchiare una leggenda che ha avuto innumerevoli versioni andando a creare una storia comunque plausibile, rendendola godibile sia dal pubblico adulto che dai bambini
Noi siamo che possa diventare ben presto un classico del periodo natalizio per le nuove generazioni!