[Recensione] Scheletri, il nuovo fumetto di Zerocalcare
Il 2020 è stato un anno molto proficuo per Zerocalcare, con ben tre volumi che hanno raggiunto gli scaffali, tutti grazie a Bao Publishing. Con la riedizione di Kobane Calling (reportage del viaggio dell’autore al confine tra Turchia e Siria), l’atipica storia di Natale A Babbo Morto e Scheletri, Zerocalcare è definitivamente uscito dalla nicchia fumettistica diventando uno degli autori più venduti del Paese. Un successo in gran parte meritato per il fumettista romano, che nel tempo ha saputo evolversi senza perdere la sua verve.
La trama di Scheletri
Nel 2002, Zerocalcare sta iniziando i suoi studi universitari. Per un generale senso di inadeguatezza ma non solo, in realtà non frequenterà mai, ma anzi farà finta di recarsi in ateneo per poi passare tutta la giornata al deposito della metropolitana d Roma. Qui, conoscerà il giovane writer Arloc, con cui stringerà amicizia al punto da coinvolgerlo nella sua comitiva. Tra alti e bassi tipici di Rebibbia, tutto procede come al solito, almeno finchè Zerocalcare non ritrova un dito mozzato davanti al portone di casa…
Cosa ne pensiamo
Un mistero lungo quasi 20 anni, un sentimento e un peso che crescono dentro e inesorabilmente influiscono sulla vita del protagonista. Con Scheletri, Zerocalcare dona un’impronta thriller ad un tema a lui caro: il cambiamento e l’evoluzione. Se nei volumi che raccolgono le strisce, solitamente Zerocalcare racconta la quotidianità di molti trentenni, fatta di insicurezza e precarietà, nelle storie più strutturate (ecludendo i reportage) scava sempre nel proprio passato, inserendo spesso e volentieri anche spunti autobiografici.
Spesso, l’espediente consiste in un fatto potenzialmente traumatico che avviene nel passato e con cui il protagonista deve fare i conti dopo anni. In questo senso, Scheletri non fa eccezioni, ed anzi ci ha ricordato molto quello che per noi è forse il suo libro più bello, ovvero Un Polpo alla Gola (senza dimenticare i due volumi che compongono Macerie Prime oppure Dimentica il Mio Nome). Anche in questo caso, ci troviamo di fronte alla crescita costante e all’accumulo di mostri interiori che spesso non riusciamo a tirare fuori, ma che così facendo rischiano solo di consumarci dall’interno.
In questo caso, il mistero alla base del racconto dura per quasi 20 anni. Per 20 anni, Zerocalcare è andato avanti con la sua vita, ma basterà un piccolo evento per far riemergere vecchie ferite. In Scheletri, la storia in sé è molto cruda e “reale” (al punto che anche il ruolo dell’Armadillo, con cui di solito viene rappresentata la coscienza dell’autore, è assolutamente marginale rispetto ad altri volumi). Veniamo trasportati in una Rebibbia ancor più dura e pericolosa di quanto non fossimo già stati abituati a vedere in precedenti lavori.
Zerocalcare stesso è diverso dal solito. troviamo un personaggio più ” egoista”, che non si erge più a paladino generazionale ma piuttosto cerca di risolvere i suoi problemi, facendolo per sé stesso. L’altro vero protagonista della vicenda è però il giovane Arloc, un personaggio alla costante ricerca di un equilibrio che appare impossibile da raggiungere. Da un lato vorrebbe seguire le proprie aspirazioni (trovando in Zerocalcare una sorta di maestro che gli farà conoscere ambiti culturali che nella sua quotidianità gli sono preclusi), mentre dall’altro non riesce a tenere a bada i propri istinti, che lo porteranno inevitabilmente nei guai.
Inoltre, Scheletri tratta molto bene anche un altro aspetto molto importante: il fatto che spesso siamo noi stessi a crearci scheletri nell’armadio e ad ingigantirli fino a farli diventare dei mostri interiori, andando a crearci una nostra versione di una storia che magari non è andata per nulla nel modo che pensiamo e che ci ha condizionato per anni.
Graficamente lo stile è quello classico dell’autore romano, che riesce comunque a strappare qualche risata anche in un contesto più cupo. Anche se le scene che ci hanno colpito sono diverse, se dovessimo scegliere un momento particolarmente significativo per noi opteremmo per le vignette in cui Zerocalcare spiega il motivo per cui bisognerebbe sempre parlare dei propri mostri interiori per sconfiggerli. Questa scelta non sarebbe dettata dalla sua centralità per la storia (in realtà non lo è), ma perchè sintetizza al meglio la principale qualità di Zerocalcare: riuscire a semplificare conceti difficili da rendere a parole.
Siamo felicissimi che Scheletri abbia “sdoganato” Zerocalcare nell’olimpo degli autori best-seller italiani. Insieme a Leo Ortolani (Rat-Man, Bedelia, Venerdì 12, Cinzia), ci troviamo di fronte a due indiscutibili alfieri del fumetto italiano, che negli ultimi anni sta cercando (fortunatamente con successo) di svincolarsi da una nicchia ancora percepita come “per ragazzini” e spesso non adeguatamente apprezzata.
Anche se probabilmente Scheletri non è il miglior libro con cui iniziare a conoscere Zerocalcare (se non altro perchè ci sono diversi riferimenti al passato e a temi trattati in volumi precedenti che qui non vengono approfonditi), consigliamo a tutti di scoprire l’autore romano per apprezzare uno spaccato di vita che spesso è comune ad un’intera generazione in costante balìa degli eventi. Per chi invece fosse già fan di Zerocalcare, ovviamente il libro è consigliatissimo. In un’ipotetica classifica tra i diversi libri finora pubblicati, per noi si piazzerebbe sul podio insieme ad Un Polpo alla Gola e Macerie Prime (considerato come opera unica in due volumi).